Skip to main content

Ultimo numero Novembre – Dicembre 2024

Scarica il Lunario 5785

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati







    Usa acquisteranno sistema israeliano anti missile Iron Dome

    Il Pentagono ha annunciato qualche giorno fa la decisione di acquisire il sistema di difesa israeliano Iron Dome per impiegarlo sul territorio americano nel più breve tempo possibile. Al momento non è dato di sapere in che zone degli Stati Uniti e in quali basi sarà dislocato ma di certo si tratta di un gran colpo da parte dell’industria militare israeliana se si pensa alla storica ritrosia di Washington nell’acquistare tecnologia militare priva della scritta Made in Usa. 

    Il sistema missilistico Iron Dome, che significa Cupola di Ferro, ha scopo difensivo e, secondo quanto descritto dall’azienda produttrice, la RAFAEL Advanced Defense Systems, è “un sistema di difesa mobile progettato per intercettare e distruggere granate, proiettili d’artiglieria e razzi balistici a corto raggio. E’ operativo in qualsiasi condizione meteo ed è studiato per la difesa di punto di piccole città e obiettivi militari dai 3 ai 72 km d’estensione”.

    Certo è che Iron Dome impiega tecnologia molto avanzata. Ogni batteria del sistema è composta da un radar per il rilevamento e l’intercettazione dei razzi, un sistema di gestione centrale costituito da un computer con un software dedicato all’elaborazione dei dati e da un’unità di fuoco contenente 20 missili Tamir. Una volta identificato il razzo nemico, le informazioni sulla sua posizione e velocità vengono trasferite al software del computer del centro di controllo che definisce la traiettoria e il luogo dell’impatto. Solo il missile che costituisce una minaccia viene intercettato e abbattuto lontano dall’area da proteggere entro 15 secondi al massimo. E il sistema funziona: dichiarato operativo nel 2011, secondo le forze della difesa israeliane il suo tasso di intercettazione è arrivato a toccare punte del 90% nel 2014 con oltre 1500 obiettivi abbattuti tra il 2011 e il 2017.

    Già dal 2016 i vertici della RAFAEL hanno sostenuto una politica di export più aggressiva grazie allo sviluppo della capacità di difesa marina, denominata C-Dome, e a maggiori capacità di intercettazione. Ma il problema non nasce dalla ricerca di potenziali acquirenti quanto semmai dalla scelta dei possibili partner.

    La necessità di scegliere in modo particolarmente selettivo i clienti è cruciale per Israele trattandosi di un’arma strategica. Questo è il motivo per cui il sistema non sarebbe stato vend

    CONDIVIDI SU: