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    La Juve vorrebbe Salah per conquistare il pubblico arabo

    Nel mercato calcistico del terzo millennio nulla è
    impossibile. I rumors delle ultime ore parlano sempre più insistentemente di un
    possibile scambio tra Juventus e Liverpool per Dybala/Salah. La Juventus,
    secondo il Guardian che ha sganciato la bomba di mercato, per arrivare al
    fuoriclasse egiziano sarebbe disposta a fare follie. Visto l’elevato costo del
    cartellino di Salah (200 milioni circa), i bianconeri potrebbero inserire nella
    trattativa Dybala – contropartita tecnica di lusso – e aggiungere 50 milioni
    cash. Una proposta che dal punto di vista squisitamente tecnico/economico non
    appare per il club di Torino molto vantaggiosa. Dybala è più giovane di un anno
    del suo collega e calcisticamente non ha nulla da invidiargli, i due poi
    giocano più o meno nello stesso ruolo. Ma allora cosa potrebbe esserci dietro?
    Sicuramente non hanno giovato i malumori tra squadra e giocatore causati
    dall’impiego part-time di Dybala e dalla sua posizione scelta dall’allenatore
    Massimiliano Allegri che lo vede più come un centrocampista che come un
    attaccante. Dybala insomma sembrerebbe relegato a Torino in una posizione
    lontana dal gol e la sua presenza tra i titolari non è affatto scontata,
    malgrado il club di Andrea Agnelli gli abbia affidato la storica numero 10,
    quella di due bandiere come Platini e Del Piero. Ma non c’è solo questo.
    L’interesse per Salah è anche commerciale e mira all’espansione del brand
    bianconero in un mercato dalle grandissime potenzialità e con un bacino
    d’utenza in continua crescita: quello del mondo arabo. Il marketing e
    l’immagine hanno infatti un peso specifico sempre maggiore nel calcio del XXI
    secolo. Salah nel mondo arabo è considerato quasi alla stregua di Cristiano
    Ronaldo, mai un giocatore musulmano era diventato così social e trendy, mai era
    arrivato ad occupare un posto di primo piano nel campionato più seguito al
    mondo, la Premier League, in un club che l’anno scorso è arrivato in finale di
    Champions League e che quest’anno è dato per favorito nella vittoria del
    campionato. Salah è il primo paladino calcistico globale arabo. In più è un
    fervente fedele. Il Faraone o il Messi egiziano, come lo chiamano, celebra ogni
    rete inginocchiandosi e toccando il campo con la fronte ringraziando Allah, un
    gesto che suscita l’orgoglio dei suo connazionali. Quando giocava nella
    Fiorentina aveva scelto di indossare il 74 come numero di maglia, il numero di
    morti negli scontri scoppiati nello stadio di Port Said nel febbraio del 2012.
    Qualcuno lo ha accusato di antisemitismo quando nell’estate 2013, quando
    giocava nel Basilea, si è trovato a incrociare il Maccabi Tel Aviv nei
    preliminari di Champions League. Con gran parte del suo Paese che lo incitava a
    schierarsi contro Israele, l’attaccante evitò di stringere la mano agli
    avversari rimanendo a bordo campo ad allacciarsi le scarpe. Nello scontro di
    ritorno preferì, invece, porgere le nocche invece della stretta di mano. Il
    successo di questa possibile operazione si comprende anche alla luce del
    successo della finale di Supercoppa Italia tra Juventus e Milan disputata lo
    scorso gennaio a Gedda in Arabia Saudita anche per sviluppare i rispettivi
    brand in vista Mondiali di Calcio che si disputeranno in Qatar nel 2022. In
    un’intervista a Tuttosport l’ex calciatore Alessandro Altobelli, attuale
    speaker di Beln Sports, la più seguita tv sportiva araba ha dichiarato. “Per i
    tifosi arabi, Salah è un autentico semidio. E nel mondo arabo, la Juventus è
    amatissima. La finale di Supercoppa a Gedda ha moltiplicato la passione e
    l’interesse per i bianconeri, così come per il Milan. Ma la sola ipotesi che
    Salah possa giocare al fianco di Cristiano Ronaldo in bianconero, è qualcosa di
    straordinario. Qui, in queste ore, non si parla d’altro”.

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