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Ultimo numero Novembre – Dicembre 2024

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    Viaggio della Memoria: prima tappa il ghetto di Cracovia

    Davanti al Ristorante ebraico “Ariel”, decorato con caratterizzazioni tanto orientali quanto mitteleuropee, lo storico della Shoah Marcello Pezzetti raduna i presenti a semicerchio e comincia a raccontare. Poi si sposta, tutti lo seguono. Centinaia di persone per le vie di Cracovia, di tutte le età, tutti muniti di radiolina e auricolare, ascoltando la Storia per far sì che non si ripeta, per impararla. Sembra una situazione fuori dal tempo e dallo spazio: le strade si bloccano, le macchine non passano e intanto attraversiamo le vie e le storie che le caratterizzano. Arriviamo nella “Piazza degli eroi del Ghetto”, un vero e proprio monumento alla Memoria, caratterizzato da sedie sparse per la zona. Ci fermiamo. Ancora la folla a semicerchio e Pezzetti sale su una sedia, raccontando con ancora più enfasi, perché la Storia entra nel vivo. Soprusi, discriminazioni, morte. Il Ghetto di Cracovia, con le sue mura intagliate a forma rotonda, costruite così per ricordare le lapidi ebraiche. Emblematico. È lì la prossima tappa, il confine con il Ghetto. In mezzo alla neve, davanti alle mura rotonde che dividevano uomini da altri uomini, sorge un parco giochi per bambini. È giusto così, affinché un bambino chieda perché le mura hanno quella forma. La sua curiosità deve avere una risposta. È fondamentale.

    Prima di ritornare in albergo, l’ultima tappa è la Sinagoga di Cracovia, conservatasi dalla furia nazista perché divenuta in quel periodo una stalla per cavalli.

    Ora è grande, dorata e splendente. Ci accoglie un piccolo concerto di musica ebraica. Poi i discorsi istituzionali: Autorità dello Stato, delle Comunità Ebraiche Italiane, delle Comunità Sinti e Rom. Uniti.

    Davanti a loro ci sono i ragazzi delle scuole, i destinatari del messaggio. A loro l’arduo compito di dare continuità al periodo di pace nel quale sono cresciuti.

    Tornati in albergo, ci sarà la visione di “La stella di Andra e Tati”. Ancora c’è molto da raccontare, domattina partiremo per Auschwitz.

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