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    Medio Oriente, Europa e l’imperialismo della Turchia

    Il Medio Oriente è da sempre un teatro geopolitico complesso, che non si lascia analizzare in contrapposizioni semplici. Dal punto di vista di Israele, che ne costituisce il centro naturale, ponte fra l’Egitto e il Maghreb e il bacino mesopotamico, la prima schematizzazione era quella pensata da Ben Gurion: lo Stato Ebraico era circondato da un primo cerchio di paesi arabi nemici (Egitto, Arabia, Giordania, Siria ecc.) a sua volta circondato da paesi più lontani ostili, come Iran, Turchia, Etiopia. Il primo cerchio si spezzò con le sconfitte nelle guerre frontali contro Israele e con i trattati di pace con Egitto e Giordania che seguirono, in cambio fu inventata l’organizzazione terrorista palestinista, che portò la guerra all’interno di Israele e in tutto il mondo, e che per una certa fase sembrò il pericolo principale per Israele, tanto che la sinistra al governo tentò di accordarsi pagando il prezzo di Oslo. Anche il cerchio esterno si spezzò o meglio cambiò segno, soprattutto dopo la rivoluzione iraniana. Poi i pericoli vennero dall’Iraq, con Saddan e l’Isis. Da una decina d’anni ormai il posto di nemico principale spetta all’Iran, che manovra quel che resta del terrorismo palestinista ma anche movimenti satelliti in Libano, Siria, Iraq e Yemen. Con l’aiuto di Trump, Netanyahu è riuscito nel miracolo di trasformare questo rischio in opportunità, alleandosi con i paesi sunniti minacciati anch’essi dall’Iran. Ma ora un nuovo pericolo si affaccia all’orizzonte. E’ la Turchia, che non ha più i buoni rapporti di un tempo con Israele da quando è governata da Erdogan, leader mondiale della Fratellanza Musulmana. Basta ricordare i casi delle flottiglia di Gaza o il tentativo turco di egemonizzare l’islamismo a Gerusalemme, bilanciati dalle tensioni di Ankara con l’Iran sulla Siria e i curdi. Ora però l’aggressività turca e la sua rivendicazione del passato imperiale è cresciuta molto, l’esercito turco ha aggredito l’Armenia direttamente e per mezzo di mercenari, ma si è scontrato pesantemente anche con la Grecia e Cipro, che sono alleati di Israele sul progetto di sviluppo delle risorse petrolifere del Mediterraneo orientale, di cui Erdogan vorrebbe impadronirsi. L’imperialismo turco è dunque direttamente contrapposto a Israele, sul piano geopolitico come su quello religioso. Ma di recente sono emerse con insistenza voci di proposte di accordo strategico sulle zone di influenza economica marittima che la Turchia avrebbe fatto a Israele, beninteso a spese di Cipro e della Grecia. E’ una scelta difficile per Israele, anche perché l’Europa ha una posizione ambigua sulla Turchia: solo la Francia sta davvero con Grecia e Cipro, che pure sono parte dell’UE, mentre Germania, Spagna e pure l’Italia (per quel che conta) appoggiano la Turchia. Una partita diplomatica importante è in corso nel Mediterraneo, capace di condizionare non solo gli schieramenti mediorientali, ma anche l’economia europea.

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