“Inaccettabile
il furto di 20 pietre d’inciampo, realizzate in memoria dei cittadini ebrei
deportati nei campi di concentramento, nel rione Monti. Un gesto che condanno
con forza e profonda indignazione. La memoria esige rispetto”. Così su
Twitter la sindaca di Roma Virginia Raggi.
“Il
furto delle pietre d’inciampo e’ un atto grave e preoccupante”. Lo scrive
su twitter, la presidente della Comunita’ Ebraica di Roma, Ruth Dureghello.
“In attesa che le forze dell’ordine facciano luce sulle responsabilita’ – aggiunge – sia chiaro
a tutti che la memoria non si
cancella”.
“Sono
la presidente delle pietre di inciampo a Milano e provo che rubare le lapide
che non hanno tomba sia una cosa talmente orribilmente vigliacca che non ho
parole. La pietra si può rimettere tutte le volte che si vuole, ma chi fa un
gesto di questo genere lui è irripetibile per se stesso”, ha dichiarato la
senatrice Liliana Segre.
“E’ un attacco inaudito di
fascismo e di antisemitismo fatto da gente che non scherza e purtroppo un governo come quello che abbiamo, che aizza
all’odio per il diverso, legittima
questi atti”: così all’ANSA Adachiara Zevi, presidente dell’Associazione Arte in Memoria,
che questa mattina ha denunciato il furto nella notte a Roma di 20 pietre
d’inciampo installate a via Madonna dei Monti 82. Le pietre, posizionate sul
selciato il 9 gennaio 2012 dall’artista
tedesco Gunter Demnig, erano state richieste da Giulia Spizzichino, sopravvissuta
alla Shoah, per onorare la memoria della famiglia Di Consiglio. La Spizzichino,
scomparsa nel 2016, discendeva infatti dalla famiglia di Mosè e Orabona Di
Consiglio, in quanto la madre Ester era una dei 10 figli della coppia. La
famiglia fu tra le più colpite a Roma, non solo nella razzia al Ghetto del 16
ottobre del ’43, ma anche nella retata del 21 marzo 1944: più di 20 persone
vennero deportate ad Auschwitz o trucidate nelle Fosse Ardeatine. “E’ a rischio la nostra
democrazia, proprio alla vigilia del Giorno della Memoria. Sono stravolta, è
una cosa inenarrabile: questo atto è la messa in pratica e la conseguenza delle
minacce che l’Associazione e io stessa come presidente abbiamo ricevuto nel
luglio scorso. Ma queste pietre continuano a dire la verità a tutti coloro che
passano”, ha proseguito Adachiara Zevi, che con la sua associazione dal 2012
si occupa dell’installazione delle pietre d’inciampo (a Roma ne sono state
collocate circa 200).