Skip to main content

Ultimo numero Novembre – Dicembre 2024

Scarica il Lunario 5785

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati







    Gondola fascista nei canali di Venezia

    È l’ennesima vergognosa apologia del fascismo quella testimoniata dalla foto, scattata a Venezia qualche settimana fa davanti l’Hotel Bauer, e che nel giro di ore è diventata virale scatenando polemiche e commenti sul web. Nel panorama veneziano quella piccola imbarcazione non poteva passare inosservata: sedili foderati in velluto nero e due cuscini, sempre rigorosamente neri, con disegni ricamati in oro. Soggetto del ricamo: il profilo di Benito Mussolini e il fascio littorio. Sopra, il simbolo della Decima Mas a decorare l’intera seduta. Così i primi a indignarsi e a lamentarsi della presenza della ‘gondola fascista’ sarebbero stati alcuni colleghi del gondoliere. Tant’è che il presidente dell’associazione dei gondolieri avrebbe intimato al proprietario dell’imbarcazione di rimuovere i simboli del Ventennio. 

    Dopo la maglietta negazionista di Auschwitz sfoggiata a Predappio alcune settimane fa, e costata all’autrice una denuncia per apologia del fascismo, ora assistiamo alla gondola fascista. Non si tratta di goliardate, sono purtroppo la testimonianza che i fascisti, i nostalgici, i ‘tifosi’ del Duce che per anni si incontravano in modo semi clandestino, si sentono oggi legittimati e, forse persino incoraggiati da alcune forze politiche, a pubblicizzare le loro idee, la loro ributtante ideologia razzista e negazionista. Non è più solo la provocazione di qualche nostalgico e un’azione politica di diffusione di una ideologia antidemocratica per la quale la sola risposta delle forze dell’ordine e della magistratura non bastano più. È ora che la politica si muova.

    CONDIVIDI SU: