Accettando la tregua a Gaza, Israele “ha capitolato davanti
al terrore”. Avigdor Lieberman ha motivato così le sue dimissioni da ministro
della Difesa, in una conferenza stampa a Gerusalemme in cui ha accusato il
governo israeliano di Benyamin Netanyahu di aver risposto in maniera
“debole” di fronte al lancio di missili da Gaza. Spero che nuove
elezioni “verranno convocate al più presto”, ha aggiunto il leader
del partito Yisrael Beitenou, citato dai siti israeliani. “Quanto accaduto
ieri con il cessate il fuoco con Hamas è una capitolazione davanti al terrore.
Non vi sono altre parole. Ci compriamo una calma a breve termine al prezzo di
una insicurezza a lungo termine”, ha detto Lieberman, che da tempo premeva
per un’operazione militare su larga scala contro Hamas nella Striscia di Gaza.
Il ministro dimissionario si è scagliato anche contro il rinvio dell’evacuazione
di Khan al Ahmar, il villaggio beduino della “scuola delle” gomme
finanziata dalla cooperazione italiana, contro la cui distruzione si sono
espressi con forza diversi paesi europei.
Oltre alle sue dimissioni, Lieberman ha annunciato anche
l’uscita dalla maggioranza dei cinque deputati del suo partito. Il governo
Netanyahu si trova così sostenuto soltanto da 61 dei 120 deputati della
Knesset. Ad indebolire ulteriormente l’esecutivo è anche il possibile scontro
sulla successione a Lieberman. Il partito Focolare Ebraico ha già minacciato di
uscire dal governo se il suo leader Naftali Bennett, attuale ministro
dell’Istruzione, non otterrà il dicastero della Difesa. Fonti del partito Likud
di Netanyahu hanno fatto sapere che sarà il premier, che è anche ministro degli
Esteri, ad assumere la guida della
Difesa. Le stesse fonti, citate da Times of Israel, escludono di andare
ad elezioni anticipate.