Storia del primo uomo sulla luna

Ci stiamo avvicinando alla conclusione della stagione cinematografica del 2018, e come sempre in questo periodo, che va da ottobre fino a dicembre, escono in serie i film più attesi dell’anno, tra questi First Man – Il Primo Uomo, l’adattamento cinematografico della biografia ufficiale di Neil Armstrong, “First Man: The Life of Neil A. Armstrong”. Il regista è il giovane Damien Chazelle, talento più che emergente del cinema americano, che dopo i grandi successi e vincitore di diversi Premi Oscar come La La Land e Whiplash, film dove la musica era la principale protagonista, ora mette da parte la musica per raccontare una storia epica e intima al tempo stesso, quella di Armstrong e dell’Apollo 11, il 20 luglio 1969.

Seguendo passo passo la biografia di Hansen, il film ripercorre la storia dello storico astronauta dal 1962, anno in cui la sua secondogenita, Karen, morì per un tumore, fino al 1969 che segnò un evento straordinario, o citando il principale protagonista di questa epica impresa “un piccolo passo per un uomo, ma un grande balzo per l’umanità”.

Per il ruolo di Armstrong, un uomo riservato, introverso e tormentato, Chazelle ha scelto un volto già visto, e apprezzato, in La La Land, Ryan Gosling, considerato ormai un divo di Hollywood grazie alle sue straordinarie performance in film come il già citato La La Land, oppure in Drive, e già in giovane età come protagonista in The Believer, film del 2001 aveva fatto intravedere il suo talento. Ad interpretare gli altri due membri dell’equipaggio dell’Apollo 11, Bus Aldrin e Michael Collins, ci sono Corey Stoll, bravissimo caratterista la cui lunga carriera è stata lanciata di recente dalla serie televisiva House of Cards, e Lukas Haas. Ad interpretare la moglie Janet, è stata scelta Claire Foy, attrice in ascesa grazie alla serie TV The Crown, in cui lei è protagonista assoluta nel ruolo della Regina Elisabetta II.

Il film che ha inaugurato la Mostra del Cinema di Venezia 2018, sarà distribuito nelle sale italiane dal 31 ottobre 2018.

CONDIVIDI SU:

< Articolo precedente Nazionalisti o globalisti? Una questione di confini

Articolo successivo > Rav. Di Segni commenta i fatti di Pittsburgh