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    Audizione negazionisti alla Camera. La reazione del mondo politico

    Non si sono fatte attendere le prime reazioni di solidarietà alla Comunità ebraica di Roma che oggi ha preso una dura posizione di condanna e di denuncia, dopo l’audizione alla Camera di due noti negazionisti iraniani della Shoah. “Anche se si e’ trattato di una audizione informale, penso che la commissione Esteri non avrebbe dovuto dare spazio alcuno agli esponenti di una organizzazione iraniana che in passato ha gia’ avuto accenti negazionisti e antisemiti”. Cosi’ Mara Carfagna, vice presidente della Camera e deputata di Forza Italia, che annuncia: “Mi rivolgero’ alla presidente della Commissione Marta Grande e al presidente della Camera Roberto Fico per capire come sia potuta accadere una simile grave sottovalutazione. Questo Parlamento ha appena ospitato un dibattito sul nuovo antisemitismo e ha votato cinque mozioni conseguenti, ci saremmo aspettati che si agisse ad ogni livello in maniera coerente”. “Mi associo alla denuncia della Comunità ebraica di Roma – ha dichiarato Alessandro Cattaneo, deputato di Forza Italia – . È un fatto grave che trova la nostra profonda contrarietà. Le istituzioni italiane devono rappresentare esclusivamente valori democratici e di libertà”. “Condivido la preoccupazione e l’amarezza espresse dalla Comunità Ebraica di Roma – ha dichiarato Andrea Orsini, membro della Commissione Esteri della Camera dei deputati – . Personalmente, come membro della Commissione Esteri, non ho ritenuto opportuno partecipare all’incontro, che mi pare in contraddizione con l’impegno tante volte ribadito dalla Camera dei deputati contro ogni forma di antisemitismo. Non credo che dare voce ai negazionisti di Teheran contribuisca nè alla causa della pace, nè della libertà e della democrazia in Iran: lo ritengo invece un gesto inutilmente oltraggioso della memoria delle vittime della Shoah”. “È estremamente increscioso che nella giornata mondiale contro la pena di morte la commissione esteri della Camera abbia audito con tutti gli onori gli esponenti dell’Ipsis, istituzione di studi politici dipendente dal Ministero degli Esteri della Repubblica iraniana nella quale, secondo gli studi specializzati del settore, sono avvenute nel solo 2018 176 esecuzioni capitali, pari al 52% di quelle di tutto il mondo. L’Ipis si è distinto per aver organizzato nel 2006 a Teheran un convegno volto a negare la realtà dello sterminio del popolo ebraico da parte del regime nazista. A tale convegno parteciparono esponenti di vari gruppi antisemiti di tutto il mondo tra i quali un ex capo del Ku Klux Klan, e diversi personaggi condannati per negazionismo o incitamento all’odio razziale, in Francia Germania Svezia e altri personaggi consimili. L’occasione ha consentito agli esponenti dell’Ipis di lanciare prevedibili e consuete minacce contro gli Usa, Israele e i paesi occidentali, minacce che hanno incluso anche il possibile proseguimento dello sviluppo di armi nucleari. Ospiti comunque sbagliati nel giorno più sbagliato che si potesse scegliere”. Lo sottolinea Lucio Malan, Senatore di Forza Italia, in una nota. 

    Una nota di chiarimento è giunta anche Marta Grande, presidente della commissione Affari esteri della Camera che ha dichiarato: “Con riferimento all’audizione presso la Commissione esteri della Camera dei deputati di un think tank iraniano, avente, quale ordine del giorno, questioni attinenti la geopolitica internazionale nella prospettiva iraniana, tengo a sottolineare – a scanso di fuorvianti strumentalizzazioni – che le audizioni hanno, per la Commissione, finalità esclusivamente conoscitive”. “In nessun modo – continua Grande – equivalgono a prese di posizione passive a favore delle tesi di chi è audito. Le audizioni per altro sono concordate con tutti i membri dell’ufficio di presidenza. Il ruolo dell’Iran nella regione è senza dubbio importante. Dunque è necessario conoscere, anche nei dettagli, la visione e le prospettive a medio e lungo termine. Questo, ribadisco con forza, vale per tutti i Paesi della comunità internazionale. Detto ciò l’adozione di tesi negazioniste è quanto di più lontano dalla cultura del nostro Paese. La Shoah rimane, e ciò ribadiremo sempre con tutta la nostra forza, la più grande tragedia della storia dell’uomo. La necessità di conservare la memoria di quel male assoluto è e resterà sempre, per il nostro paese, una priorità culturale”. 


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