L’angelo, la nuova produzione originale
Netflix, inserito nel proprio catalogo il 14 settembre, è un thriller di
spionaggio, ispirato alla vera storia di Ashraf Marwan. Genero del presidente
egiziano Gamal Abdel Nasser, Marwan, figlio di un rispettato generale egiziano
e sposo della secondo genita del presidente egiziano, fu consulente del suocero
e successivamente consulente
speciale nonché stretto confidente del suo successore, Anwar Sadat, arrivando
nel 1974 ad assumere l’importante carica di segretario del Presidente per gli
affari esteri.
A partire dal 1970 però, di pari passo con la scalata nelle
gerarchie del governo egiziano, Marwan fu una delle più importanti spie al
servizio del Mossad, il famoso, e tanto temuto, servizio segreto israeliano.
Destinato a diventare la spia più famosa del Medio Oriente, nonostante il suo
doppio gioco, Marwan fu considerato un grande eroe sia in
Egitto che in Israele per il suo impegno a mantenere la pace tra i due paesi.
Il film racconta la vicenda dal 1972, basandosi sugli
avvenimenti raccontati da Uri Bar-Joseph, esperto di sicurezza nazionale e in
particolare del conflitto arabo-israeliano, nel suo best seller The Angel: The Egyptian Spy Who Saved Israel,
un libro che raccoglie una serie di reportage su questo personaggio
carismatico, completamente fuori dai canoni, le cui gesta, rimaste nascoste per
diversi anni, hanno evitato la perdita di migliaia di vite umane. Marwan nella
realtà rimase operativo fino al 1998, e la sua doppia identità venne resa
pubblica quattro anni dopo. Nel 2007 morì per circostanze sospette.
Il titolo, L’angelo, allude al nome in codice dato dal Mossad
a Marwan, il quale viene interpretato nel film da Marwan Kenzari, prossimamente
nel ruolo di Jafar nella nuova rappresentazione cinematografica di Aladdin
targata Disney. L’adattamento cinematografico del romanzo di Uri Bar-Joseph, è
stato realizzato dal regista Ariel Vromen, che riassume così le gesta di Ashraf
Marwan: “È la storia di un uomo che ha sacrificato la sua vita per la pace
fra Egitto e Israele, una pace durata per 40 anni”. Proseguendo in una delle
interviste rilasciate ai media, ha detto di sentirsi “orgoglioso di raccontarlo
in un film, e ne sento la responsabilità”.
Girato tra Inghilterra, Marocco e non solo, è il primo film
produzione originale Netflix a maggioranza di dialoghi arabi.