Siamo arrivati al 5779 esimo anniversario della creazione del primo uomo. La celebrazione avviene da domenica sera a martedì al tramonto con la ricorrenza ebraica di Rosh Hashanà (Capodanno). Non è solo il ricordo del primo uomo e in esso di tutta l’umanità a permeare il significato di questa data. Perché viene celebrata la sovranità di D-o su tutto il creato, riconosciuta dal popolo ebraico che si riunisce nelle sinagoghe in forma solenne, Berov Am Hadrat Melech ( Dove c’è una moltitudine di gente c’è più gloria al Re) – Talmud B. Rosh Hashanà 32b- Mischlè- Proverbi 14.28. Come stabilito dalla Torah l’uomo in questo giorno è sottoposto al giudizio divino che si compirà dopo 10 giorni nello Yom Kippur. L’incontro tra l’essere umano e il Creatore caratterizza i due giorni di riunione in cui l’uomo si impegna a rendere conto delle proprie azioni con costrizione e pentimento avendo fiducia della misericordia divina pronta al perdono e all’assolvimento delle trasgressioni umane. Il rito che consacra tale azione è il suono dello Shofar (corno d’ariete) che viene ascoltato in tutte le sinagoghe del mondo. Vengono emessi una serie di suoni, rispettivamente, vibranti, singhiozzanti e imponenti che sensibilizzano l’uomo al timore divino e alla riflessione della propria missione terrena. Così viene consacrata la relazione uomo-D-o. L’uomo suonando lo Shofar chiama in causa il Creatore che a sua volta si ricorda di chi lo invoca pronto ad accettarne il pentimento. E’ un suono che non ha parole, emesso dal soffio umano, che ci ricorda il soffio vitale con cui il Signore creò il primo uomo, Genesi cap.2, verso 7: “Il Signore Iddio formò l’uomo di polvere dalla terra, gli inspirò nelle narici il soffio vitale e l’uomo divenne essere vivente”.