E’ stata inaugurata presso il museo in Trastevere di Roma la mostra sul fotografo David Rubinger (29 giugno 1924 – 2 marzo 2017), curata da Edvige Della Valle supportata da Gisela Kaiser, ultima compagna dell’artista scomparso. Oltre settanta fotografie in bianco e nero e a colori di dimensioni diverse hanno accolto il pubblico e le istituzioni che sono giunte a rendere omaggio a questa nuova iniziativa che omaggia i 70 anni dello Stato d’Israele.
Le immagini, proposte in due corridoi paralleli, si prestano a ricostruire efficacemente la storia israeliana attraverso una serie di icone: compaiono figure illustri e gente comune, momenti storici e situazioni quotidiane; tante scene che hanno costituito il percorso di formazione della società israeliana. La foto più nota è certamente quella che ritrae i tre paracadutisti davanti al Kotel, il Muro Occidentale di Gerusalemme, il 7 giugno 1967. Ma le immagini significative sono molteplici, come quella che ritrae Chagall e Golda Meir nel momento in cui viene inaugurata l’opera del pittore bielorusso per la knesset, il parlamento israeliano: un momento intimo, emozionante, in cui Golda Meir si esprime con un semplice gesto che l’obiettivo di Rubinger riesce a catturare. Molti sono poi i personaggi noti della politica israeliana che qua compaiono nella loro vita informale: Ariel Sharon nel suo ranch nel Negev; Shimon Peres mentre spolvera i libri; ancora Golda Meir in cucina o mentre imbocca il nipotino. E poi una sequenza di pagine che hanno fatto la storia: l’arrivo dei falascià etiopi e quello degli ebrei sovietici, il discorso di Yitzhak Rabin insanguinato dopo l’attentato, diverse situazioni di Gerusalemme, che si rivela in tutto il suo cosmopolitismo. Perché la storia è fatta dagli uomini, sembra dirci Rubinger.
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