Relax sì ma con qualche regola. In spiaggia non tutto è permesso e paese che vai, divieto che trovi. Da un capo all’altro dell’Italia sono numerose le norme, dettate da ordinanze comunali, che i bagnanti sono chiamati a rispettare. Norme che è bene conoscere se non si vuole incorrere nel rischio di essere multati. Dal divieto di fumo, a quello di massaggi, fino alle sanzioni per l’abbandono degli ombrelloni sulla spiaggia, ogni anno, i sindaci dei comuni con alta affluenza turistica regolamentano con norme e disposizioni l’accesso alle spiagge e le regole di comportamento, dagli acquisti da ambulanti al fumo. In alcuni stabilimenti balneari è del tutto vietato fumare in spiaggia, come a Stintino, in Sardegna, dove il Sindaco ha proibito anche l’utilizzo di asciugamani direttamente sulla sabbia. Divieto anche a Cabras, sempre in Sardegna, dove è possibile fumare solo se muniti di posacenere, pena una multa fino a 500 euro. L’ordinanza è valida fino al 2021. A Bibione, invece, è vietato fumare lungo tutta la costa e, anche se non c’è ancora un’ordinanza, si invita tutti i visitatori a rispettare la regola. No definitivo alle sigarette anche nello stabilimento di Sant’Antonio delle Fornaci, a Savona. Ci sono, però, anche alcuni lidi che non vietano del tutto il fumo ma impongono multe severe a chi getta mozziconi a terra o in acqua. Chi non obbedisce alla regola rischia un’ammenda che va da un minimo di 60 euro a un massimo di 300 euro. Oltre a fare danni enormi alla salute, le sigarette costituiscono un pericolo anche per l’ambiente, perché sono rifiuti tossici a tutti gli effetti, contenenti sostanze cancerogene. Per questo motivo, non vanno lasciati dove capita, ma smaltiti correttamente. I mozziconi di sigaretta sono il rifiuto singolo più abbondante sulla Terra e anche tra i più complicati da smaltire, visto che impiegano fino a dieci anni di tempo. Non solo sigarette, comunque, il Comune di Stintino, nel nord della Sardegna, ha varato un regolamento in 8 punti per salvare La Pelosa, una delle spiagge più belle del Mediterraneo. L’ordinanza, che ricalca i provvedimenti anticipati a febbraio, prevede lo stop alle sigarette in spiaggia, asciugamani consentiti solo se posati sulle stuoie per tutelare la sabbia, ma anche l’obbligo per i turisti di sciacquarsi i piedi nelle apposite postazioni all’uscita delle passerelle, per evitare l’asportazione della sabbia. Sarà inoltre vietato l’uso di saponi o detergenti. Per i trasgressori sono previste sanzioni da 25 fino a tremila euro a seconda delle norme violate.
Le isole Tremiti hanno dichiarato guerra alla plastica: un’ordinanza del sindaco, firmata alcune settimane fa, stabilisce che dal 1 maggio nelle località e nelle spiagge dell’arcipelago saranno vietate tutte le stoviglie in plastica: niente piatti per i picnic, bicchieri, coltelli e forchette, contenitori monouso. Al loro posto soltanto materiali biodegradabili. Per chi non si adegua, sono previste sanzioni dai 50 ai 500 euro. L’obiettivo a lungo termine è arrivare anche al bando delle bottiglie di plastica e dei contenitori di polistirolo. L’anno scorso la sindaca di Roma Virginia Raggi aveva firmato un’ordinanza per le spiagge del litorale che prevedeva limitazioni ai bagnanti che si portavano da mangiare da casa, quelli che nella tradizione romana sono da sempre conosciuti come ”fagottari”. Nell’ordinanza del 2018 è prevista invece la possibilità di mangiare sulla spiaggia anche cibi propri ma rimane il totale divieto di farlo nelle cabine degli stabilimenti balneari. E ancora, nel Lido di Venezia vietati tuffi e gioco a palla. L’ordinanza comunale numero 277 del Comune di Venezia ha stabilito le regole da seguire nelle spiagge del Lido. Sono vietati i tuffi da tutte le dighe e dai pennelli a mare, la pesca, la pubblicità con il sorvolo di piccoli aerei o elicotteri sopra le spiagge. Inoltre sull’arenile non si può fare alcun gioco con la palla se non in apposite aree gioco degli stabilimenti balneari. La musica verrà fermata dalle ore 13 alle 16.
No anche ai massaggi sulla spiaggia, fatti da terapisti improvvisati. Si tratta di un fenomeno pericoloso, tale da essere stato preso in considerazione anche dal Ministero della Salute che, a partire dal 2008, ha emanato una serie di ordinanze che dichiarano queste pratiche fuorilegge, un divieto teso a tutelare “l’incolumità pubblica dal rischio derivante dall’esecuzione di massaggi lungo i litorali”. Pericoloso perché si tratta di massaggi effettuati in mancanza di condizioni igienico sanitarie idonee che potrebbero provocare danni alla salute, incluse infezioni dermatologiche e problemi articolari, muscolari o neurologici. In ogni caso resta fermo il contrasto all’esercizio abusivo di arti e professioni sanitarie che comporta per i “terapisti da spiaggia” multe salate. La possibilità di portare i propri cani in spiaggia è una consuetudine ancora molto eterogenea. Nei lidi veneziani, per esempio, i cani possono accedere in 4 aree libere ma solo in quella di Punta Sabbioni possono entrare in acqua, con un massimo di cinque animali per volta con un umano che li osservi. Chi trasgredisce rischia 206 euro di multa. Cervia, invece, per la prima volta aprirà anche agli amici a quattro zampe. Quest’anno, dalle ore 6 alle 8 e dalle ore 21.30 a mezzanotte sarà consentito, tramite le apposite passerelle e pedane di raccordo, l’accesso dei cani esclusivamente sulla battigia e in acqua, purché nei limiti della quiete pubblica. (Adnk/AdnKronos Salute)