Con una complessa operazione logistica, Israele ha aiutato ieri 800 ‘Caschi bianchi’ siriani (membri della difesa civile) e loro familiari ad uscire dal territorio siriano, dove la loro incolumità era in pericolo, e a raggiungere la Giordania da dove proseguiranno verso alcuni Paesi che daranno loro asilo. I cittadini siriani sono passati dal valico di Kuneitra e sono così entrati nelle alture del Golan da dove l’esercito israeliano li ha accompagnati fino al confine con la Giordania.
L’operazione, ha precisato un portavoce militare israeliano, è stata condotta su richiesta degli Stati Uniti e di alcuni Paesi europei. “Quei civili – ha aggiunto – sono stati evacuati da zone di combattimento nella Siria meridionale perché si trovavano esposti ad una minaccia immediata di morte”. Si è trattato, ha precisato il portavoce, di un gesto umanitario “di carattere eccezionale”: Israele cioè non consentirà l’ingresso nel suo territorio di altri profughi o sfollati siriani. “Israele continua a mantenere una politica di non intervento per quanto concerne il conflitto in Siria”, ha precisato ancora il portavoce. Secondo la radio militare, i ‘Caschi bianchi’ siriani operano nelle zone controllate dai ribelli e sono specializzati nel soccorso alle zone bombardate dall’esercito di Bashar Assad e dall’aviazione russa. Con l’avanzata dell’esercito siriano nel sud della Siria, ha aggiunto la emittente, la loro vita è adesso in pericolo.