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    Volevano occupare Piazza S. Marco, secessionisti assolti

    Tutti assolti dall’accusa di associazione sovversiva. Il fatto non sussiste ha stabilito il gup di Rovigo al termine del processo nei confronti dei 46 secessionisti lombardo veneti coinvolti della Procura nell’inchiesta che nel 2014 aveva fatto luce su un piano di un gruppo di indipendentisti. Avrebbero voluto occupare Piazza San Marco a Venezia a bordo di un Tanko. In 24 vennero arrestati per terrorismo nell’aprile di quattro anni fa e poi scarcerati, due settimane più tardi, dal tribunale del Riesame per mancanza di gravi indizi di colpevolezza. Tra chi finì in carcere ci furono anche l’ex sottosegretario del primo Governo Berlusconi Franco Rocchetta, fondatore della Liga Veneta e l’ex leader dei Forconi Lucio Chiavegato. Il processo nell’autunno scorso è stato poi trasferito da Brescia a Rovigo per competenza territoriale perché il Tanko, elemento ritenuto perno dell’inchiesta, era stato costruito in un capannone di Casale di Scodosia, nel Padovano, dove il gruppo effettuò anche alcune prove di sparo. Oggi per tutti i coinvolti è stata pronunciata una sentenza di assoluzione per l’accusa più grave, ma per 15 imputati il caso non è chiuso. Si tratta di un gruppo rinviato a giudizio per la fabbricazione proprio del Tanko, ritenuto arma da guerra. Il processo comincerà a gennaio. “Siamo molto soddisfatti per l’assoluzione perché è stato riconosciuto il diritto di associarsi per esprimere le proprie idee in modo non violento” commenta l’avvocato Luca Cantarutti, legale di diversi secessionisti imputati. Nell’ambito della stessa vicenda nei mesi scorsi era stata pronunciata dal gup del tribunale di Brescia una sentenza di condanna a due anni nei confronti di Michele Cattaneo, unico ad aver scelto il rito abbreviato, e ritenuto il costruttore del cannoncino del Tanko. I suoi legali hanno già presentando ricorso in appello. La condanna era stata pronunciata per il reato di associazione sovversiva per il quale oggi tutti gli altri serenissimi coinvolti sono invece stati assolti perché il fatto non sussiste. Dall’inizio della vicenda ad oggi due secessionisti coinvolti sono deceduti. Si tratta del sardo Doddore Salvatore Meloni e del bresciano Roberto Abeni.

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