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    Alla scoperta dei testi ebraici. Tavola rotonda per capire Tanach, Talmud e Zohar

    Dopo i saluti istituzionali alla presenza delle autorità comunitarie e della Sindaca di Roma Virginia Raggi, parte a tutti gli effetti la Giornata Europea della Cultura Ebraica, di cui la Capitale è capofila. Il quartiere ebraico sarà per tutto il giorno teatro di eventi di ogni tipo: conferenze, visite guidate e molto altro.

    In apertura, la tavola rotonda moderata da Sandro Di Castro ‘’Il popolo del Libro: Tanach, Talmud e Zohar’’, con il Rabbino Capo di Roma Riccardo Di Segni e, in collegamento telematico, Rav Benedetto Carucci Viterbi e Giulio Busi. Si tratta di un excursus sulle fonti normativo-esegetiche ebraiche: cosa sono, come nascono, come devono essere lette, come si relazionano tra loro. 

    Il primo intervento è di Carucci Viterbi con il Tanach, il cuore letterario-filosofico-normativo della tradizione ebraica, diviso in Torah, Neviim, Ketuvim (Bibbia, Profeti, Scritti). ‘’Nella esegesi tradizionale, la Torah preesiste al mondo – dice il Rav – E’, di fatto, un architesto, che precede la creazione della Terra e la donazione biblica. Dopo iniziano una serie di libri, che sono importantissimi per il patrimonio storico, in quanto raccontano le fasi fino al consolidamento del regno.’’  

    Poi Rav Di Segni, con il Talmud, che si compone di Mishnà e Ghemarà. E’ un’opera di grande dimensione, che nasce da una stratificazione temporale di studi ed insegnamenti, e rappresenta il punto su cui ruota l’intera cultura ebraica. Ogni riga va studiata, commentata e discussa. 

    ‘’In questi anni siamo riusciti a realizzare l’inizio di un’opera titanica, che è quella della traduzione in italiano del Talmud Babilonese: già sono usciti quattro trattati e usciranno gli altri. E’ qualcosa di fondamentale per la conoscenza e la comprensione della tradizione, la Torah è la solo punta dell’iceberg.’’

    In chiusura, il filologo ed esperto di misticismo ebraico Giulio Busi ha raccontato lo Zohar, la più alta forma di interpretazione mistica della Torah. Si tratta di un corpus, scritto in ebraico antico ed aramaico. La provenienza è dubbia: c’è chi vive lo Zohar come guida e libro sacro, considerandolo come la trascrizione delle riunioni di un gruppo di mistici che si sono raccolti intorno a Rabbi Shimon Bar Yochai nel II secolo dell’Era Volgare; c’è chi invece ritiene che questa etimologia sia solo un espediente narrativo, e che il libro sia stato prodotto nella seconda metà del XII secolo nella penisola iberica. Secondo questa tesi, l’autore è Moshé de Leon, un mistico che, per scelta, ha creato questa sovrastruttura.

    Lo Zohar non è un testo accessibile a tutti: il linguaggio poco chiaro ricco, metaforico e ricercato costituisce una barriera oltre la quale possono accedere solamente persone ben consapevoli delle altre fonti normative ebraiche. Una sua interpretazione poco consapevole potrebbe essere totalmente fuorviante.

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