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    Coronavirus, durante pandemia in aumento anche antisemitismo

    Nel corso della pandemia si sono moltiplicate le dichiarazioni e gli atti di antisemitismo, spesso legati alle teorie complottistiche propalate attraverso i social network: un fenomeno diffuso in tutta Europa e soprattutto in Germania. Come sottolinea il quotidiano francese Le Figaro, il numero di reati legati all’antisemitismo in Germania è aumentato del 20% nel 2018, e malgrado non vi siano ancora i dati relativi all’anno in corso secondo gli specialisti la cifra non è certo diminuita e l’epidemia non ha aiutato. Ma la Germania noon è l’unico Paese europeo ad aver vissuto una recrudescenza dell’antisemitismo: la stessa Francia ha visto finire nel mirino dei social l’ex ministro della Sanità, Agnes Buzyn e il marito, il virologo Yves Levy, accusati di aver favorito la diffusione del virus. Si assiste dunque ad un ritorno del mito medievale dell’ebreo untore, accompagnato dalla tendenza da parte dei no-vax e di altri gruppi di estrema destra a considerarsi i “nuovi ebrei perseguitati” e ad indossare la stella gialla dei deportati dei campi di sterminio, il che ha provocato l’indignazione delle comunità ebraiche.

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