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    Covid: difficile situazione in Cisgiordania, oltre 8.100 casi

    Continuano ad aumentare i casi da COVID 19 in Cisgiordania, con un incremento di oltre il 90% nell’ultimo mese. L’altro ieri pomeriggio le autorita’ locali hanno annunciato un nuovo decesso, portando cosi’ il bilancio delle vittime nei Territori Palestinesi a 47 da quando e’ iniziata la pandemia. Secondo quanto riporta la Wafa, agenzia di stampa palestinese, il ministero della Sanita’ dell’Autorita’ Palestinese ha annunciato che un uomo di 54 anni e’ morto nella citta’ di Anata, a nord di Gerusalemme. L’uomo era in cura presso l’ospedale Hugo Chaves di Turmus Ayya, non lontano da Ramallah. I dati forniti da Wafa, riportano che il totale dei casi confermati in Cisgiordania e’ arrivato a 8153 (il 15 giugno scorso si registravano poco meno di 600 casi e tre vittime), con 170 pazienti guariti nelle ultime 24 ore (140 solo nella citta’ di Hebron, una delle piu’ colpite dal virus). 

    Di tutti i casi confermati, 8081 sono registrati i Cisgiordania e tra questi 1089 a Gerusalemme est, 72 a a Gaza. Diciassette persone sono in terapia intensiva, tra le quali sei necessitano di respiratori. A Gerusalemme Est la situazione continua ad essere difficile, con 119 casi registrati nelle ultime 24 ore. Difficili anche le situazioni di Hebron e Nablus. Persiste, anche se non e’ del tutto rispettata, la chiusura dei Territori, mentre e’ in vigore il coprifuoco dalle 22 alle 6 in tutti i territori controllati dall’Autorita’ Palestinese. Il ministero della salute a Gaza ha annunciato che tre pazienti COVID-19 sono stati dimessi, riducendo a otto il numero di casi attivi, tutti messi in quarantena nell’ospedale al valico di Rafah. Il numero totale di infezioni da coronavirus nella Striscia di Gaza come detto e’ di 72, con 63 guariti. Ventuno di coloro che si sono ripresi sono stati trasferiti in centri di quarantena per completare il periodo di isolamento e a 42 e’ stato permesso il ritorno nelle loro case. 

    Al momento c’e’ una sola vittima. I dati del ministro della salute della Striscia riferiscono che al 12 luglio 2020 erano stati effettuati 13.130 test, di cui 13.058 negativi. Ci sono ancora 323 persone in sei centri di quarantena nella Striscia di Gaza. Ma la situazione della pandemia in Cisgiordania, che vede in questi giorni un picco di contagi (come in Israele, dove si e’ raggiunta la cifra di 1700 casi giornalieri, la piu’ alta dall’inizio della pandemia) soprattutto causati dalla stagione dei matrimoni e la poca osservanza delle regole, sta recando non pochi problemi economici. Si parla di una perdita di oltre il 50% della forza lavoro. Intanto si e’ appreso che il governo italiano ha firmato un accordo con l’Agenzia delle Nazioni Unite per i soccorsi e i rifugiati (UNRWA) per un valore di 1,79 milioni di Euro per aiuti sanitari in Cisgiordania. In particolare, il contributo fornira’ un finanziamento di un anno per tre cliniche a Khan Younis, Maghazi e Beit Hanoun, consentendo l’assistenza sanitaria di base a circa 177.000 rifugiati palestinesi. Il programma sanitario dell’UNRWA gestisce 22 centri sanitari lungo la Striscia di Gaza. Nel 2019, l’UNRWA ha fornito 4,2 milioni di visite mediche ai rifugiati palestinesi a Gaza e continua a servire sul posto circa 1,5 milioni di rifugiati palestinesi registrati con servizi sanitari, educativi, assistenziali e sociali. Il governo italiano e’ un forte sostenitore dell’UNRWA e nel 2019 ha contribuito con oltre 13 milioni di euro. (AGI)

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