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    Israele e Palestina: piani di pace tra speranze e disillusioni

    I piani di Netanyahu di annettere ad Israele alcune aree della West Bank potrebbero aver suscitato più entusiasmo a sinistra che a destra, per via dell’effetto-paradosso.  Infatti, l’Autorità Nazionale Palestinese ha subito reagito con un piano di pace che, quanto meno a prima vista, sembrerebbe uguale ai piani di Barak ed Olmert che costoro avevano rigettato in passato. Per chi ami leggere – non è necessario essere esperti – questi piani di pace scaldano il cuore ma non sempre la mente, appena si dia uno sguardo ai siti ufficiali dell’ANP in lingua italiana. Purtroppo, c‘è una differenza abissale fra il mondo esposto dagli intellettuali da caffè e quello vero, ed è questo scatto ad incutere terrore. Parlando di terrore: avete collazionato la sanctions list UE con le presenze politiche dei nuovi pacifisti? No? Ben per voi.

    Tuttavia, non tutto è necessariamente cupo e disperato. Le difficoltà che si ritrovano, lo stillicidio di morti, sono anche consentiti da una informazione dalle mezze verità. Un’informazione faziosa e mediocre, eventualmente anche da sinistra, costituisce l‘ostacolo principale al raggiungimento della pace in Medio Oriente, ma anche della prosperità e del benessere nel mondo.

    Il villaggio globale profetato da Marshall McLuhan è oggi il maggior ostacolo per l’affermazione della pace e dei diritti umani. Vale la pena continuare a scrivere in mezzo a coloro che non studiano per raggiungere la verità ma per trovare una conferma ai loro pregiudizi? Oppure per strappare uno stipendio senza meritarlo oppure per accontentare tutto e tutti fuorché la verità dei fatti?

    Nel frattempo, lasciateci illudere che l’effetto-paradosso si possa tradurre nell’effetto-paradiso della pace. Così non è e così non sarà, soprattutto per colpa della cattiva informazione sulle compagini politiche chiamate a decidere. Noi uno sguardo l’abbiamo dato e non ne siamo usciti (diciamo) rassicurati. Ne parleremo?

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