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    “Le diciotto frustate”. Un avvincente giallo storico nelle strade di Tel Aviv

    Tel Aviv, città brulicante ed energica. È qui che si snodano le vicende descritte ne “Le diciotto frustate”, nuovo romanzo di Assaf Gavron, edito per Giuntina e tradotto da Shira Katz in cui i generi storico e noir si mescolano dando vita a un ibrido avvincente.

    Tel Aviv è il teatro di un insolito incontro: quello tra Lotte Pearl ed Eitan Einoch, detto Tanin, tassista appassionato di boxe, divorziato, sedicente investigatore, padre di Noga che quando ancora lavorava nel settore dell’informatica sfuggì a tre attentati terroristici nel giro di una settimana, tanto da esser chiamato come ospite in un talk show e acquisire notorietà. Tanin a tempo perso è un investigatore e si ritrova con l’amico Bar a indagare su un caso iniziato durante il Mandato britannico con protagonisti quattro giovani oramai divenuti anziani: Edward, Rutie, Eddie e Lotte. 

    Correva l’anno 1946, i rapporti tra ebrei, arabi e inglesi erano tesi e due anni dopo ci sarebbe stata la guerra di indipendenza. 

    Tanin carica Lotte, un’elegante e spigliata signora di 85 anni, per una corsa al cimitero Trumpeldor dove è sepolto l’appena scomparso signor Edward, ex camionista dell’Esercito Britannico durante il mandato in Palestina e vecchia fiamma della stessa Lotte. Tanin diventa il suo autista di fiducia e ogni giorno la accompagna al cimitero. Questa gli confida di aver paura di diventare vittima dello stesso omicidio violento che ha fatto fuori, secondo lei, Edward. Tanin si interessa sempre più al caso, soprattutto dopo che Rutie viene trovata morta nel letto di Lotte. Tra intrighi amorosi e vicende storiche, il passato appare nebuloso e confuso. Cosa successe davvero nei lontani anni ’40? Quali furono le conseguenze degli scontri tra le organizzazioni di Resistenza ebraica e i soldati dell’esercito britannico? Una cosa è certa, i racconti di gioventù di Lotte corrispondono a verità storica. Infatti successe realmente che nel 1946 l’esercito inglese condannò alla pena capitale alcuni membri dell’Irgun che avevano rapinato una banca e a un membro minorenne vennero dati invece 18 anni di reclusione più 18 frustate sul didietro.

    I personaggi complessi che si muovono in orizzonti temporali sfalsati rendono questo romanzo psicologico e profondo, tanto accattivante da catturare l’attenzione del lettore dalla prima all’ultima pagina. Buona lettura!

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