Skip to main content

Ultimo numero Novembre – Dicembre 2024

Scarica il Lunario 5785

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati







    Campagna internazionale di donazioni per aiutare le comunità ebraiche

    Da qualche giorno, è partita un’altra campagna di donazioni a favore delle comunità ebraiche che stanno vivendo una forte crisi a causa di questo periodo di quarantena forzata e di emergenza sanitaria e soprattutto economica.

    Per questo è la partita la campagna #Help4Italy, lanciata dalla Central Welfare Board of Jewish in Germany (ZWST), in collaborazione con la sezione europea del Jewish Joint Distribution Committee, importante organizzazione di soccorso ebraica che ebbe un ruolo molto importante durante la Seconda Guerra Mondiale nel far emigrare più di 81mila ebrei dall’Europa, ma anche contrabbandando aiuti e finanziando la rivolta del ghetto di Varsavia, oltre che a tenere informati – nel dettaglio – i leader ebrei americani su cosa stesse accadendo alle varie comunità in Europa.

    Il ZWST fu creato nel 1917 per coordinare i vari meccanismi sociali di una comunità ebraica, quella tedesca, un tempo fiorente. Durante il periodo nazista venne completamente smantellato per poi rinascere nuovamente nel 1951 per aiutare i sopravvissuti della Shoah e successivamente gli ebrei immigrati dagli stati dell’ex Unione Sovietica. Ad oggi lavorano nell’organizzazione più di 120 dipendenti oltre a numerosi volontari attivi nel sostegno agli anziani e ai giovani.

    Il rapporto che lega questa organizzazione con l’Italia e soprattutto con le varie comunità italiane, è quarantennale, “ogni anno il ZWST, organizziamo due Machanot (campeggi) in Italia, uno in Alto Adige e uno in Emilia Romagna, nel quale – spiega il suo direttore Aron Schuster – si visitano le varie comunità ebraiche italiane, tra cui Milano, Firenze, Venezia e anche Roma, vista due anni fa”. Quest’anno però a causa della pandemia, il campeggio estivo è stato annullato, portando l’associazione a riorganizzare completamente le attività per i loro ragazzi. Nonostante ciò si è deciso di aiutare in qualche modo quelle comunità che “hanno sempre supportato le nostre attività e che ora vivono un momento di emergenza finanziaria”.

    “Come membri del Consiglio europeo delle comunità ebraiche (ECJC) e visti i forti legami che abbiamo con le comunità, sentiamo la necessità di sostenere le comunità ebraiche in Italia contribuendo al fondo di emergenza creato dal JDC Europa” ha affermato Aron Schuster.

    Ma questa è solo una delle tante iniziative portate avanti durante questa emergenza dal ZWST, “la comunità ebraica tedesca è composta principalmente da una popolazione anziana, infatti più del cinquanta percento dei membri iscritti alle comunità ha più di 60 anni, e da ebrei immigrati da paesi dell’ex Unione Sovietica,” spiega Laura Cazés, Consigliere allo Sviluppo Organizzativo, ciò ha portato l’associazione a capire come poter aiutare queste due categorie. Bisognava fare in modo che gli anziani non rimanessero isolati e che a quella parte comunità che ancora non comprende totalmente la lingua, venissero spiegate le varie informazioni sul coronavirus che generalmente vengono trasmesse in tedesco.

    Una di queste iniziative, portate avanti anche attraverso l’utilizzo dei social, è stata #Tablet4Safta, una campagna di crowdfunding per l’acquisto di tablet e dispositivi tecnici, per connettere i nonni, rimasti isolati a causa della quarantena, con il resto della famiglia.

    Iniziative come queste fanno parte di un processo di innovazione e digitalizzazione che sta portando avanti il ZWST da qualche anno. “La digitalizzazione e l’utilizzo di dispositivi ha fatto si che un’associazione come la nostra, possa raggiungere le categorie più vulnerabili della comunità, come gli anziani e le persone affette da disabilità” ha concluso Laura Cazés.

    CONDIVIDI SU: