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    L’UE È RASSEGNATA ALLA VOLONTÀ IRANIANA DI DISTRUGGERE ISRAELE?

    Josep Borrell, da ministro degli esteri spagnolo (ora è responsabile degli esteri dell’Unione Europea), ebbe a concedere un’intervista a «Politico» spiegando che “Iran wants to wipe out Israel; nothing new about that. You have to live with it” (Iran vuole cancellare Israele. Non c’è nulla di nuovo in quello. Devi vivere con quello).  

    Non è così, come attuale responsabile della politica estera dell’Unione Europea (Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza) potrebbe domandare ai suoi interlocutori iraniani se pensano che sia conforme alle regole dell’estetica (il bello salverà il mondo) l’intenzione di voler cancellare dalla carta geografica lo Stato d’Israele, considerando (anche se questo, per molti, potrebbe essere un dettaglio), che Israele non è vuota, ma sembra che qualcuno vi abiti.

    Vista la quantità industriale di anatemi su Israele, sarebbe ragionevole domandarsi se voler distruggere un altro Stato non sia passibile di qualche affettuoso rimprovero da parte dell’Unione Europea. Nell’estate del 1969 Borrell ha lavorato come volontario presso il Gal On kibbutz in Israele, dove ha incontrato quella che sarebbe stata sua moglie, francese Caroline Mayeur, da cui ora è divorziato. Allora vi era ancora lo Shah Reza Pahlevi; se ci fosse stato l’attuale governo iraniano, si sarebbe preoccupato del rischio di essere cancellato anch’egli dalla faccia della terra o, da persona matura, avrebbe dimostrato la santa rassegnazione che più tardi ha esibito col tono del vecchio saggio?  

    Pur essendo un europeista di ferro, mi domando quale credibilità pensa di avere l’Unione Europea con un Alto (alto?) rappresentante che si adagia così facilmente su tali intenzioni senza accennare alla minima possibilità o intenzione di contrastarla. Visto che l’Italia ha deciso di essere combattiva in seno all’Unione europea e di farsi sentire: dirà qualche cosina oppure continuerà ad essere retoricamente presente e materialmente vedremo? Per ora, il profluvio di parole sembra che appaghi molti, però appagarsi delle sole parole è una bella responsabilità; aprite qualche libro di storia e date un’occhiata.

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