
Hamas non riesce più a garantire il pagamento degli stipendi ai propri membri. È quanto emerge da un’inchiesta del Wall Street Journal, basata su fonti di intelligence arabe.
Secondo il quotidiano statunitense, l’organizzazione terroristica sta subendo pesanti contraccolpi economici, dovuti in larga parte alla sospensione degli aiuti umanitari da parte di Israele. Gli aiuti, spesso oggetto di appropriazione indebita da parte di Hamas per scopi finanziari, rappresentavano una delle principali fonti di liquidità. A ciò si aggiungono i bombardamenti mirati dell’IDF contro i funzionari di Hamas incaricati della distribuzione dei fondi, contribuendo ulteriormente al collasso del sistema economico interno del gruppo.
Secondo funzionari occidentali, Hamas ha sistematicamente sfruttato gli aiuti umanitari per arricchirsi: tassando i commercianti, applicando imposte interne e acquistando beni di prima necessità con valuta estera per poi rivenderli a prezzi maggiorati nella Striscia di Gaza. Le conseguenze della crisi sono già visibili. Molti dipendenti governativi di Gaza non ricevono più lo stipendio, mentre i combattenti di Hamas hanno subito significative riduzioni salariali.
Mercoledì, il ministro della Difesa israeliano Katz ha dichiarato che la ripresa del flusso di aiuti umanitari verso Gaza potrebbe avvenire a breve, ma attraverso compagnie private, in modo da escludere Hamas dalla gestione delle risorse e garantire che gli aiuti raggiungano realmente la popolazione civile.